venerdì 31 marzo 2017

L'intelligenza di Belle


Belle incontra la Bestia e tenta di capirlo. Lei non teme la "diversità" bensì desidera approcciarsi a ciò che non conosce con curiosità e intelligenza. Ognuno di noi è diverso e uguale allo stesso tempo. Occorre dunque andare oltre gli stereotipi e lottare per una cultura dell'accoglimento e del rispetto reciproco. L'ignoranza genera mostri ma la cultura illumina la ragione. Vi consiglio il libro "Canzoni contro l'omofobia e la violenza sulle donne" dove troverete percorsi, storie, canzoni, film, serie TV e perfino un progetto educativo. Il libro è in vendita su Amazon.

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mercoledì 29 marzo 2017

“Bob Dylan. 99 motivi per riscoprirlo assieme a tuo figlio” di Jordi Sierra I Fabbra


(“Bob Dylan. 99 motivi per riscoprirlo assieme a tuo figlio”, di Jordi Sierra I Fabbra, De Agostini, pp. 192, € 9,90).

Il 13 ottobre del 2016 Bob Dylan ha vinto il premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione: “Per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana”. L’annuncio del premio ha scatenato fra i suoi detrattori e fan rabbia e felicità. Purtroppo a compromettere l’idillio ci si è messo anche il diretto interessato. In un primo momento non ha ringraziato l’Accademia di Svezia, e solo dopo alcuni giorni si è dichiarato grato del riconoscimento, ma ha precisato che non poteva prendere parte alla cerimonia ufficiale. In sua vece è andata la grande Patti Smith. A causa di quest’atteggiamento è stato soprannominato “Snob Dylan”. Jordi Sierra I Fabbra è un esperto di musica, ma principalmente un gran conoscitore dell’opera di Mr. Dylan. In questo volume l’autore ci offre 99 spunti per appassionarci alle canzoni del più importante folksinger della storia della musica. Il titolo originale dell’opera, a mio avviso, racchiude meglio il senso del testo: “99 razones para amarlo (o no)”. In un certo senso il Nobel a Dylan è un riconoscimento anche per i cantautori di tutto il mondo. D’ora in avanti nessuno potrà più ridicolizzare le canzoni popolari e liquidarle come semplici “canzonette”. Come scrive l’autore: “In questo libro provo a condensare in poche pagine settantacinque anni di vita di un artista assoluto”. In definitiva un interessante volume che ci aiuta a capire meglio il talento di Robert Zimmerman in arte Bob Dylan.
Assolutamente consigliato.

Cristian Porcino


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"Il peso di Dio" di Paolo Sorrentino


( "Il peso di Dio" di Paolo Sorrentino, Einaudi, pp. 152, € 13,00 ).

Il peso di Dio
racchiude il Vangelo di Sua santità Pio XIII alias Lenny Belardo, vale a dire il burbero pontefice magistralmente interpretato da Jude Law in The young pope. L'ultima creatura di Paolo Sorrentino è diventata in pochissimo tempo un'icona pop diffusa in quasi tutto l'occidente. Pio XIII è un papa mai esistito ma che potrebbe un giorno insediarsi in Vaticano. Il libro scritto dal regista premio Oscar racconta in modo approfondito il protagonista della serie tv più innovativa ed originale degli ultimi anni. Belardo cresce in un orfanotrofio dopo essere stato abbandonato dai suoi genitori. All'istituto conoscerà suor Mary che lo crescerà come un figlio. La sua vita è continuamente costellata dal senso di abbandono e di vuoto, e questo pregiudicherà i suoi rapporti con i fedeli e il clero. La sua idea radicale di fede lo spinge spesso al limite di comprensione. Il Santo padre non esita a punire i cardinali che non la pensano come lui, disprezza la fede tiepida del suo gregge, e inoltre restaura un apparato cerimoniale caduto in disuso da anni. Il personaggio ha in sé molte contraddizioni: è giovane, di bell'aspetto, autoritario, cinico, spavaldo, omofobo ma al contempo fragile, dubbioso, malinconico, anticonformista. Decide quindi di non apparire in pubblico per non sovrapporre la propria immagine al messaggio che deve annunciare. Con la nomea di santo vive il dubbio con una fredda religiosità e il tormento di non essere adatto all'incarico per cui è stato eletto. Poco misericordioso con i peccatori, ma umanamente coinvolto nelle afflizioni di Ester. Sicuramente il personaggio di Lenny Belardo è destinato a far parte della storia dei protagonisti televisivi più amati dal pubblico. Chi ha apprezzato la serie TV non può lasciarsi sfuggire questo libro. Fra le sue pagine troverà le perle del cardinale Voiello, i dubbi di Gutiérrez, e la saggezza criptica di Caltanisetta e tanti altri personaggi ammirati sul piccolo schermo. In definitiva un libro da leggere assolutamente.


Cristian Porcino


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martedì 28 marzo 2017

"Pornocultura" di Claudia Attimonelli e Vincenzo Susca


("Pornocultura. Viaggio in fondo alla carne" di Claudia Attimonelli e Vincenzo Susca, Mimesis, pp. 142, € 14,00).

Il saggio di Claudia Attimonelli e Vincenzo Susca indaga il fitto sottobosco che si cela dietro la pornocultura. Nella nostra contemporaneità nessuna pratica o posizione sessuale assunta durante l'amplesso, ovviamente tra adulti consenzienti, risente più dell’etichetta formale di 'depravazione'. Internet ha aperto le frontiere del disinibito e dell’immaginario più recondito. Ciascuno, infatti, quando si reca negli appositi siti trova ciò che più lo soddisfa e aggrada. L’umano diventa un catalogo assortito, un negozietto itinerante dove ognuno può scegliere il tipo di rappresentazione sessuale che lo eccita maggiormente. Troviamo il fetish, il bondage, il sesso di gruppo e tanto altro. Possiamo fissare le nostre attenzioni solo su alcune parti di un corpo o su un soggetto ignorandone storie e aspettative. Un corpo sempre più esposto, e al contempo sottratto alla sacra liturgia dell'immaginario. La pornografia online diventa in tal modo un "mattatoio dell'umanesimo". Scrivono gli autori: "Ogni vistoso primo piano sfoggiato nelle clip hard è anche un atto di scarnificazione tramite cui si decompone e riduce in brandelli il corpo, sperimentandone, insieme con i picchi di piacere, anche i confini somatici e i limiti simbolici, come se il set di ogni scena pornoerotica fosse anche la cabina da cui si analizzano, mettono alla prova e manipolano le soglie dell'umanità, del suo godimento e della sua felicità". Attraverso gli orifizi virtuali di una sessualità manipolata e mediata dagli schermi di uno smartphone (o iPad) ci addentriamo all'interno di un corpo sovraesposto. Paradossalmente siamo passati da una concezione racchiusa nell'immagine dell'uomo vitruviano di Leonardo all'Ars Eiaculandi di oggi. Dall'uomo come misura di tutte le cose alla cosificazione del corpo. Forse ci stiamo preparando a superare l'umano: "Che cosa implica il superamento dell'umano? Non la fine dell'umano, l'inumano, ma il post-umano che conserva l'umano, pur superandolo" (Michel Onfray).
In definitiva un libro da leggere assolutamente.


Cristian Porcino


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lunedì 27 marzo 2017

L'elzeviro del filosofo impertinente


Ed Sheeran torna a distanza di tre anni con un nuovo album ÷ (Divide). È evidente che il rosso di Halifax, classe 1991, ha una passione segreta per le operazioni aritmetiche. Il primo album si intitolava + (2011), il secondo x (2014) e il terzo ÷ (2017). Il cantautore britannico dopo essersi preso una pausa dagli studi di registrazione ha viaggiato in lungo e il largo, ed ha trovato l'amore e la voglia di comporre nuove canzoni. Divide è un disco ineccepibile che alterna a varie ballad pezzi che oscillano tra il folk, rock, blues e il rap d'autore. Un viaggio sonoro intorno alle tradizioni musicali di tutto il mondo. Per comporre il nuovo album ha deciso di fare un viaggio introspettivo alla ricerca delle proprie origini. I suoi ricordi d'infanzia e adolescenza si fanno strada in Castle on the hill, Shape of you è già un classico mentre Supermarket flowers è dedicata alla nonna scomparsa mentre incideva il disco. Il riff di chitarra di Eraser, il pezzo iniziale, è una vera gioia per le orecchie.
L'album è una dichiarazione d'amore alla fidanzata Cherry Seaborn, sua compagna di classe ai tempi del liceo e per cui aveva una cotta. Sheeran accantona la malinconia poetica di X per far posto ad un romanticismo fin troppo smielato come in Perfect. Sheeran ha 26 anni ed è l'uomo dei record se consideriamo oltre le copie vendute anche le visualizzazioni dei suoi video. Si sa, le delusioni d'amore per quanto dolorose sono una vera manna dal cielo per gli artisti. Non è un mistero che le opere migliori vengono sempre create in un momento emotivamente instabile. Solamente qualche anno fa l'artista inglese affogava i suoi problemi nella birra, mentre adesso canta l'amore e il desiderio di paternità. Mi congratulo con Sheeran per questo cambiamento positivo. Divide è riuscito a scalare le vette delle classifiche su iTunes e Spotify in pochissime ore. Questa voglia di ricominciare lo si percepisce in tutto il disco. In altre parole Divide è un disco scanzonato, riflessivo, equilibrato ed ebbro di gioia. Un buon ritorno ma soprattutto un disco destinato a non deludere le aspettative dei suoi ammiratori.

Cristian Porcino

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martedì 21 marzo 2017

L'elzeviro del filosofo impertinente /9


A tre mesi dalla sua morte prematura il mondo si prepara a celebrare i funerali di George Michael. I tabloid inglesi indicano come possibile data il 26 marzo, giorno della festa della mamma nel Regno Unito. L'esito dell'autopsia ha accertato che la morte della popstar è attribuibile a cause naturali. L'apertura del testamento ha chiarito che i maggiori beneficiari del patrimonio ereditario saranno le sorelle, mentre non c'è alcuna traccia del fidanzato Fadi Fawaz e del padre Kyriacos Panayiotou. La mancanza di quest'ultimo non mi stupisce affatto. Purtroppo George (al secolo Georgios Kyriacos Panayiotou) crebbe con un padre che non lo stimava e gli rinfacciava spesso di non avere alcun talento. Diventato adulto con una disistima così persistente riuscì a staccarsi di dosso quell'orribile etichetta, e a volare in alto grazie proprio a quel talento che il padre non voleva vedere. Qualcuno rinfacciò a Michael di non essersi battuto abbastanza per la comunità Lgbt, ma lui non era e non voleva certamente essere considerato come un attivista gay. Non era un militante politico bensì un artista. Nonostante ciò le sue canzoni hanno fatto molto di più di tante parole pronunciate da certi affabulatori di mestiere. Freedom, Outside, Please send me somehone (per citarne soltanto alcune) sono dei veri manifesti contro l'omofobia. Per non parlare poi di quel prezioso album intitolato Listen Without Prejudice. Ha sempre detestato questo interesse morboso per la sua sessualità. Non la nascondeva, bensì la custodiva dagli occhi della gente. Voleva vivere i suoi sentimenti senza destare interesse per una parte della sua vita che era solo e soltanto sua. In una società evoluta nessuno guarderebbe all'orientamento sessuale di un artista. Sfortunatamente non siamo davvero così evoluti come amiamo dipingerci, ma solamente degli squallidi voyeuristi travestiti da perbenisti. George Michael si è dichiarato 'tardi' - ammesso che esista un momento prestabilito per fare coming out- perché costretto da un episodio che sarà poi ripreso nel videoclip Outside. Sin dal suo esordio il mondo della musica lo voleva consacrare come il sex symbol più etero di sempre. La stessa Madonna disse che George era stato un vero amante focoso e sessualmente 'dotato'. George rimase segnato dalla perdita del compagno Anselmo Feleppa e da quel momento per lui fu tutto più faticoso. A lui aveva dedicato i versi toccanti di Jesus to a child contenuta in quel capolavoro di Older.
La sua incredibile voce e il deIicato fraseggio vocale ci restituiscono un artista tormentato e geniale.
La cura con cui confezionava i suoi lavori gli permetteva di centellinare le sue uscite discografiche. Non era uno di quei cantanti che per contratto sfornava un cd l'anno, anzi. Intraprese delle battaglie legali con la sua casa discografica, ed ebbe il coraggio di tirare dritto per la sua strada. Le sue canzoni hanno accompagnato la mia adolescenza e per tale motivo avranno sempre un posto speciale nel mio cuore.
Cinque anni fa era scampato alla morte e aveva scritto White light dedicata al suo ricovero in ospedale a causa di una brutta polmonite. Aveva ringraziato Dio e la preghiera dei suoi fan e aveva promesso di ritornare. Evidentemente Qualcuno aveva ben altri piani per lui.
Il suo corpo riposerà nel cimitero londinese di Highgate West, accanto alla tomba dell'amata madre Lesley Angold. Mi piace immaginarlo adesso fra le braccia di Anselmo, l'uomo che ha amato in vita: "Se l'amore l'hai conosciuto, se sai che esiste, allora l'amante che hai amato e perso verrà a farti visita nelle notti fredde. Se sei stato amato, se hai vissuto quell'estasi, l'amante che hai baciato e che ti manca ti conforterà quando non vedrai più speranza".

Cristian Porcino

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domenica 19 marzo 2017

"La corsa di Billy" di Patricia Nell Warren


("La corsa di Billy" di Patricia Nell Warren, Fazi Editore, pp. 332, € 18.50).

Il celebre protagonista de Il giovane Holden affermava: "Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira". Tale citazione fa proprio al caso nostro, in quanto il romanzo di Patricia Nell Warren è un libro a dir poco perfetto. Ti tiene inchiodato fino all'ultima pagina e non vorresti mai staccarti da una storia così entusiasmante, ben scritta e coinvolgente fino all'inverosimile. La corsa di Billy dovrebbe essere letto dai giovani per educarli ad una cultura dell'accoglimento e del rispetto reciproco. Il romanzo è ambientato nel 1974, e denuncia la piaga della discriminazione sessuale in ambito sportivo. Anch'io nel libro Canzoni contro l'omofobia e la violenza sulle donne (2016) mi sono occupato del razzismo che si cela ancora oggi nel mondo dello sport, e in special modo in quello del calcio. Il New York Times l'ha definita: "La più famosa storia d'amore gay mai narrata", ma l'Amore non ha né sesso né genere. In una relazione sentimentale esistono soltanto due persone che si amano, e lo si capisce anche leggendo questo capolavoro letterario. Le etichette servono solo agli stupidi per non perdersi nel flusso ininterrotto della loro ignoranza. Non a caso Pasolini disse che 'quando la gente non capisce fabbrica scaffali'. L'amore di Harlan Brown e Billy Sive è un sentimento intenso, puro e allo stesso tempo passionale ma capace di andare oltre l'ostilità dei soliti sepolcri imbiancati. Il fulcro di questa meravigliosa storia d'amore è proprio il desiderio di amare senza riserve e alla luce del sole. Il libro ci mostra anche dove può condurre l'odio, l'intolleranza, il pregiudizio e l'omofobia interiorizzata. Ma ritornando alla citazione iniziale mi piacerebbe davvero essere amico di una scrittrice come Patricia Nell Warren. Le chiederei tante cose, ma soprattutto le domanderei di Billy e del suo carisma eccezionale.
La corsa di Billy pubblicato per la prima volta negli anni' 70 riuscì a risvegliare le coscienze degli americani, e a ispirare nel 1974 perfino la nascita di un movimento costituito da atleti appartenenti alla comunità Lgbt: i Frontrunners (dal titolo originale del libro). L'autrice ha dato anche un seguito alla storia nei rispettivi romanzi Harlan's race (1994) e Billy's boy (1997). Infine un ringraziamento speciale alla casa editrice Fazi per aver tradotto egregiamente un libro di rara bellezza.
Da leggere assolutamente.

Cristian Porcino


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giovedì 16 marzo 2017

“I Simpson e la Storia” di Giancarlo Poidomani


(“I Simpson e la Storia. Viaggio nel tempo a bordo di un divano” di Giancarlo Poidomani, Sironi Editore, pp. 204, € 19,00).

Senza dubbio l’avvento in tv de I Simpson ha rivoluzionato il modo d’intendere e di considerare i cartoon. Giancarlo Poidomani, docente di storia contemporanea, utilizza alcuni episodi di questa sitcom animata per contestualizzare e spiegare gli eventi storici citati dagli abitanti di Springfield. Poidomani chiarisce: “I riferimenti storici, che pure, come vedremo, sono presenti in tantissimi episodi, non hanno quasi mai una valenza didattica e/o didascalica. Sbaglierebbe chi pensasse di rendere più ´attraente` la storia attraverso le (dis)avventure di Homer, dei suoi famigliari e amici e dei suoi concittadini”. L'umorismo sferzante di Matt Groening, creatore de I Simpson, è funzionale al racconto e alla natura del soggetto. L’ironia simpsoniana non risparmia nessun campo e nessun soggetto storico del presente o del passato. Grazie alla disamina sociale del cartone, e alla sua ormai storica programmazione i membri della famiglia Simpson sono parte integrante della nostra quotidianità.
Provate dunque a leggere questo libro seduti in poltrona con una birra Duff e una scatola di donuts glassati. Vi sentirete ben presto cittadini onorari di questa comunità fondata dall’illustre impostore Hans Sprungfeld.
Testo assolutamente consigliato.

Cristian Porcino


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mercoledì 15 marzo 2017

L'elzeviro del filosofo impertinente /8


Un sabato sera e una banalissima conversazione fra amici di amici imbucati ad una festa. In tale occasione mi trovai a scambiare quattro chiacchiere con un tizio mai conosciuto prima di allora. A prima vista sembrava di media intelligenza, laureato in giurisprudenza e con una loquela non indifferente. Non so come ma mi ritrovai a parlare di John Gray e del suo ottimo saggio Cani di paglia. Il futuro leguleio sembrava rapito dalla discussione, e per un solo attimo pensai che forse anche lui conosceva se non l'autore almeno il libro. Ancor prima di indagare a fondo la questione mi disse: "Certo. Grey è un uomo colto, forse fin troppo intelligente ma il suo rapporto sessualmente deviato con Anastasia Steele, e le sue continue richieste sadomaso mi lasciano più che perplesso"! Non vi dico cosa mi balenò in testa in quel momento. Quell'imbecille aveva confuso il filosofo John Gray con Christian Grey, l'insulso personaggio di Cinquanta sfumature di grigio. Così senza perdere il mio solito aplomb risposi: "Non saprei dire. Io parlavo di Cani di paglia mentre lei si riferiva, ovviamente, a dei libri di paglia. Se mi vuole scusare ho altro da fare". Ma dico si può essere così ignoranti e stupidi?
Questo evento mi ha riportato alla mente un altro episodio accaduto quando scrivevo per un giornale locale. Avevo ultimato un pezzo su Auschwitz e lo proposi alla redattrice. La risposta che ricevetti, a distanza di molti anni, mi raggela ancora il sangue. "Interessante. Cos'è un nuovo gruppo musicale?". Interessante? Auschwitz un gruppo musicale?! Ero mortificato per la sua idiozia, ma lei no. Non riusciva a capire.
Ricordo ancora una mia collega di università che prontamente sollecitata su quale libro di filosofia antica intendeva portare all'esame rispose: "Il libro di Socrate". Ed io: "Intendi dire i libri di Platone?" E lei: "No! Voglio portare il libro che ha scritto Socrate" (sic!). Cosa dire a una persona così? Rimproverarla inutilmente o invitarla a bere la cicuta?
Infine ripenso all'episodio capitatomi all'aeroporto internazionale JFK di New York. Mentre attendevo pazientemente di passare la dogana una coppia di giovani italiani si scervellava per scoprire l'arcano mistero che si celava dietro la lettera F di John Fitzgerald Kennedy. La F, secondo loro, stava per 'Figaro', 'Frank', 'Fidelio' ecc. Insomma la loro ignoranza in storia americana era pari solo a quella del loro paese. Ma il bello doveva ancora venire. All'improvviso il ragazzo diede prova della sua cultura sterminata (nel senso di uccisa): "Non sarà mica una sigla per indicare un titolo nobiliare come Benito Benso conte di Cavour, il dittatore fascista?".
La verità è che queste persone vivono felicemente la loro beata ignoranza e, ahimè, la ostentano con una fierezza imbarazzante. Ma cosa ho fatto di male per imbattermi in codesti individui? Evidentemente devo scontare in questa vita le colpe della mia esistenza precedente. Purtroppo sono ben consapevole che questo è solo l'aperitivo di un buffet infinito, e per giunta organizzato a mia insaputa.

Cristian Porcino

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venerdì 10 marzo 2017

“Questa non è l’America” di Alan Friedman


(“Questa non è l’America” di Alan Friedman, Newton Compton Editori, pp. 381, € 12,90).

Alan Friedman racconta il vero volto dell’America che ha votato Donald Trump. Un ritratto fedele e reale di una nazione ferita, delusa e impoverita dai pesanti tagli al welfare attuati già da Ronald Reagan. Grazie alle pagine di questo bel libro conosciamo la triste storia di americani che vivono quotidianamente al di sotto della soglia di povertà. Persone totalmente sfiduciate dalle istituzioni che hanno aderito, forse inconsapevolmente, ai proclami populisti e xenofobi di Trump. Friedman ripercorre e indaga il sogno americano, e prova a spiegarci l’origine di questa nuova ondata inarrestabile di populismo, razzismo e violenza. L’autore dà voce ad una nazione divisa da differenze razziali e culturali piombata nell’insicurezza a causa delle politiche aggressive del neo presidente. Lo smantellamento dell’Obamacare provocherà forti ripercussioni sulla fascia più debole e più povera d’America. Scrive Friedman: “L’unica cosa chiara oggi è che l’amministrazione Trump è impegnata a disfare un sistema che probabilmente rappresentava la migliore chance che l’America avesse mai avuto per avvicinarsi a un sistema di sanità universale”. Il libro del giornalista americano è davvero sconvolgente perché mette in luce anche i rapporti tra Italia e Usa, e la nostra totale irrilevanza in termini geopolitici. Per la politica a stelle e strisce rappresentiamo solamente cibo, vacanza e moda.
L’insediamento del magnate statunitense ha spaventato un po’ tutti, e le prime azioni del “Twittatore-in-Capo” non fanno ben sperare. Resta dunque la domanda di fondo: Cosa ne sarà del sogno americano? Soltanto la storia potrà consegnarci il verdetto.
In definitiva un libro assolutamente consigliato.

Cristian Porcino


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giovedì 9 marzo 2017

L'elzeviro del filosofo impertinente /7


Il più grande scandalo della convivenza civile risiede nella parola "tolleranza". L'etimologia di tale vocabolo affonda le sue radici nella lingua latina, e mi riferisco al termine tollere che significa proprio sollevare, sopportare. Questa definizione ha riempito per lungo tempo i libri di illustri pensatori e scrittori. Dimentichiamo gli sforzi giustamente intrapresi da Locke, Bayle e Voltaire perché noi contemporanei abbiamo tradito (e forse superato) le loro aspettative. All'inizio si voleva indicare un'integrazione pacifica tra credenze e stili di vita differenti, ma con il trascorrere del tempo il significato si è colorato di tinte fortemente razziste. Non esiste parola peggiore di tolleranza. Io non voglio essere sopportato ma rispettato e accettato. Non voglio nessuna concessione ad esistere. Io non voglio sopportare le persone che non la pensano come me, ma ascoltarle. Io voglio condividere, dialogare, comprendere, meditare, accogliere le sfaccettature dell'umano e non tollerarle e di conseguenza discriminarle fingendo di sopportarle. Il concetto stesso di tolleranza deve essere rivisto e rivalutato. In questo mondo c'è spazio per tutti e non capisco perché selezionare chi accogliere e chi, invece, sopportare e dunque respingere. Diceva Martin Luther King Jr: “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli”. Infatti non conosciamo il valore della convivenza. Non siamo in grado di convivere pacificamente con i nostri simili. L'arte del dialogo è il primo tassello per imparare quest'arte della convivenza. Dobbiamo smetterla di essere homo homini lupus ed intraprendere uno sforzo maggiore per la comprensione individuale. Il Dalai Lama sostiene che: "Siamo tutti esseri umani e, da questo punto di vista, siamo uguali. Noi tutti vogliamo la felicità e non vogliamo soffrire. Se consideriamo questo fatto, troveremo che non ci sono differenze tra persone di diversa fede, razza, colore, cultura. Tutti noi abbiamo questo comune senso di felicità". Dovremmo appigliarci proprio a questo desiderio presente in tutti noi. Aneliamo alla felicità e desideriamo la serenità per noi e le persone che amiamo. Tutti abbiamo bisogno di tenerezza e amore, poiché sono sentimenti universali che non devono essere tollerati ma applicati con religiosa convinzione. Non vi sembra assurdo pensare di sopportare qualcuno quando possiamo, invece, conoscerlo e magari capirlo? Finiamola con il concetto di tolleranza e introduciamo quello di conoscenza. In una società liquida, come la definì il filosofo Bauman, le differenze sono molto sottili e i nostri stili di vita dissimili possono essere ampiamente superati da ciò che ci accomuna e unisce. Creiamo una coesistenza pacifica, curiosa e rispettosa del prossimo, e riusciremo a donare ai nostri figli e nipoti un mondo più giusto anche se non perfetto.

Cristian Porcino

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lunedì 6 marzo 2017

Educare al rispetto attraverso le canzoni


Femminicidio, stalking, abuso sessuale, violenza fisica e psicologica, omofobia, bullismo, sono termini che purtroppo, negli ultimi anni, sono entrati prepotentemente e tristemente nella nostra realtà quotidiana. Il ruolo dei media è stato determinante per far emergere questi fenomeni che, ci rendiamo conto, sono sempre esistiti ma solo attualmente sono diventati un’emergenza pressante e improrogabile, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Sebbene negli ultimi anni sono state realizzate delle iniziative pubbliche finalizzate a sensibilizzare e informare su tali fenomeni, istituite delle giornate per condannare ogni forma di abuso e di violenza, purtroppo, giornalmente ci ritroviamo a dover fare in conti con notizie a dir poco inquietanti. Nel mondo vi sono ancora tante donne vittime di violenza fisica o sessuale, una violenza che spesso, nei casi più drammatici, sfocia nel femminicidio: la manifestazione più crudele della sopraffazione da parte dell’uomo sulla donna. E ancora, se da un lato prosegue a livello giuridico una propensione all’inclusione degli omosessuali (vedi legge Cirinnà), purtroppo ancora nel 2017 l’omofobia è una piaga sociale e culturale ancora ben radicata. Non vi sono dubbi, è di fondamentale importanza promuovere costantemente e attuare interventi specifici per prevenire e ridimensionare il manifestarsi di tali fenomeni. Inoltre, sarebbe opportuno attuare nelle scuole interventi destinati ai giovani e finalizzati a educarli a conoscere, capire e gestire le proprie emozioni, aumentare l’empatia, gestire i conflitti, accrescere il rispetto per se stessi e per gli altri così da costruire e mantenere relazioni di qualità, tutte caratteristiche fondamentali dell’Intelligenza Emotiva di Goleman (1995). Lo scrittore Porcino nel suo libro ci fornisce un quadro ben strutturato dei fenomeni sopraccitati, inoltre, riserva la parte finale del testo ad un progetto educativo destinato a studenti di scuola media inferiore e superiore. Nel libro l’autore affronta argomenti forti come violenza sulle donne e omofobia, e lo fa proponendo un’analisi dei testi di alcune note canzoni. Porcino vuole arrivare al cuore delle persone e, in particolare, alla loro coscienza, e si affida alla musica per farlo, una preziosa arte in grado di scatenare emozioni pure. D'altronde come diceva Picasso: “La musica è una meravigliosa bugia che dice la verità”.

Giovanna Prestianni
(Criminologa e Dottoressa in Psicologia Clinica)


Il libro “Canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne” può essere acquistato su Amazon oppure si può ordinare nelle librerie Mondadori e Giunti



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venerdì 3 marzo 2017

L'elzeviro del filosofo impertinente /6


Uno dei tanti difetti di noi umani è proprio quello di giudicare il comportamento e le scelte altrui senza conoscere i fatti. La scarsa empatia che abbiamo dimostrato per dj Fabo, 39enne tetraplegico e non vedente dal 2014, lo conferma puntualmente. Oltre a Fabiano Antoniani ricordo anche Gianni Trez e i casi di Piergiorgio Welby, Eluana Englaro e dagli Usa Terri Schiavo e Brittany Maynard. Per ogni singolo dramma di queste persone si sono imbastiti milioni di processi ideologici sulla sacralità della vita, e le loro scelte "inopportune" o di chi gli era più prossimo legalmente. Nessuno ha provato però ad immedesimarsi nelle loro esistenze. Senza fare della falsa retorica proviamo per un solo attimo a chiudere gli occhi e ad immaginarci distesi in un lettino senza poterci più muovere, immobili come un tronco d'albero, nutriti soltanto da un sondino e senza possibilità di poter vedere e osservare chi e cosa ci sta intorno. Quale sensazione ricaviamo da questo esperimento mentale? Impossibile da descrivere giacché irreale, non nostro, e soprattutto perché noi 'sani' non riusciamo a sopportare nemmeno un banale e sporadico mal di testa, figuriamoci quindi di vivere un'intera esistenza costellata di sofferenza. In un paese civile il suicidio assistito, 'dolce morte' o eutanasia (non disquisiamo per favore e in questo momento sulla terminologia più idonea) è una grande conquista di civiltà. Come ci ha insegnato Oliver Sacks dietro ogni cartella clinica o termine medico c’è un essere umano che merita il nostro rispetto. In quanto essere umano con piena capacità di intendere e di volere affermo che sono l'unico responsabile della mia vita, e nessuno può vietarmi durante una patologia invalidante o terminale di decidere liberamente di farla finita senza dover espatriare, o far rischiare ai propri cari condanne penali per aver eseguito solamente la nostra volontà. Naturalmente occorre rispettare ed ammirare chi ha scelto di vivere nonostante la grave malattia. La futura legge non obbligherà nessuno a fare qualcosa contro la propria volontà.
In una vera democrazia ogni cittadino ha il diritto di esprimere la propria opinione purché sia solo sua e non la copia dei riassunti forniti in Chiesa (anche le altre religioni sono contro l'eutanasia quindi il discorso si estende a tutti gli altri credi). La Chiesa che parla tanto di misericordia ha negato a Piergiorgio Welby il funerale religioso, mentre ai mafiosi e ai peggiori criminali non si è mai negato nulla! Bell'esempio di misericordia, e soprattutto molto rispettosa di quel passo del Vangelo in cui Gesù dice: «Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato» (Luca 6,37). In effetti per le funzioni religiose dei vari assassini la Chiesa dice di non giudicare nessuno e di attenersi a semplice carità cristiana, ma evidentemente Welby non meritava tanta fraterna benevolenza. Non dimentichiamo che Sant'Agostino definì il suicidio: «un misfatto detestabile e un delitto condannabile», mentre altri santi come Tommaso Moro si dissero favorevoli quando la malattia da cui si era affetti era ormai senza speranza. Recentemente il teologo Hans Küng ha dichiarato che: «È conseguenza del principio della dignità umana il principio del diritto all’autodeterminazione, anche per l’ultima tappa, la morte. Dal diritto alla vita non deriva in nessun caso il dovere della vita, o il dovere di continuare a vivere in ogni circostanza. L’aiuto a morire va inteso come estremo aiuto a vivere. Anche in questo tema non dovrebbe regnare alcuna eteronomia, bensì l’autonomia della persona, che per i credenti ha il suo fondamento nella Teonomia». Ma uno Stato laico deve agire nel nome di tutti e non solo di chi si professa credente. Non mi interessa dissentire da Platone, Aristotele, Kant, Hegel e altri autorevoli pensatori o padri della Chiesa che si schierarono contro il suicidio (assistito). Il problema non è di chi lo teorizza o lo spiega, bensì di chi lo vive giorno per giorno sulla propria pelle.
Pertanto mi auguro che il nostro Parlamento approvi immediatamente una legge per regolamentare il 'fine vita' senza perdere ulteriormente tempo. Infine sono profondamente convinto che giudicare in astratto le sofferenze dei nostri simili è un atto davvero meschino e disumano.
"Grande Spirito, preservami dal giudicare un uomo non prima di aver percorso un miglio nei suoi mocassini" (Guerriero Apache).

Cristian Porcino


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giovedì 2 marzo 2017

"Lussuria" di Emiliano Fittipaldi


("Lussuria" di Emiliano Fittipaldi, Feltrinelli, pp. 208, € 16,00).

L'ultimo libro di Emiliano Fittipaldi affronta principalmente la tematica dei preti pedofili. Nel 2007 Christopher Hitchens scrisse: "Abuso di minore è veramente uno sciocco e patetico eufemismo per ciò che è accaduto: parliamo di stupri e di torture sistematici di bambini, avvenuti col concreto aiuto e favore di una gerarchia che, in piena consapevolezza, spostava i peggiori violentatori in parrocchie dove sarebbero stati più al sicuro" (Dio non è grande). Sempre dal libro Lussuria apprendiamo che in Australia il 7% del clero è stato coinvolto in casi di pedofilia. Il libro raccoglie molti documenti che attestano i tentativi operati dalle alte gerarchie ecclesiastiche per insabbiare i casi riguardanti sacerdoti e suore accusati di atti contra sextum. Alti porporati che attualmente ricoprono cariche importanti in Vaticano furono testimoni silenziosi di violenza sessuale sui minori. La motivazione che muove i vescovi al silenzio è la tutela dell'immagine di Santa madre Chiesa. Ecco perché si patteggia con le vittime di abusi sessuali, e alla fine si arriva ad un modesto accordo economico. È pur vero che papa Bergoglio si sta adoperando con tutte le sue forze per porre rimedio a tale piaga nefasta, ma i risultati, ahimé, stentano ancora ad arrivare. Un solo uomo può fare ben poco se all'interno delle mura leonine si tenta di boicottare ogni azione incisiva attuata dal pontefice. È notizia di questi giorni che Marie Collins ha rassegnato le sue dimissioni come membro della commissione internazionale contro gli abusi del clero istituita proprio da Francesco. Collins era stata scelta dal papa perché da bambina era stata vittima di abusi sessuali da parte di un sacerdote. Apprendiamo dal National Catholic Reporter che Marie Collins ha trovato inaccettabile: “Sentire dichiarazioni pubbliche sulla profonda preoccupazione della chiesa per le vittime di abusi, eppure nel privato vedere come la congregazione vaticana si rifiuti anche solo di riconoscere le loro lettere”. Infine nell'ultimo capitolo l’autore rileva la doppia morale cattolica sull’omosessualità. Da una parte troviamo i proclami omofobi di cardinali e vescovi, mentre dall’altra sappiamo che in Vaticano si consumano relazioni sessuali tra persone dello stesso sesso fin da tempi immemorabili.
In definitiva un libro da leggere assolutamente.


Cristian Porcino


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mercoledì 1 marzo 2017

“In viaggio” di Andrea Tornielli


(“In viaggio” di Andrea Tornielli, Piemme, pp. 344, € 18,00).

Andrea Tornielli, vaticanista e giornalista de La Stampa, raccoglie in un unico volume i viaggi internazionali compiuti da papa Bergoglio nei suoi quattro anni di pontificato. Il volume si apre con un’inedita intervista a Francesco, e si conclude con i retroscena delle trasferte papali. Tornielli - già coautore del primo libro intervista di Bergoglio - ci consegna un diario accurato ed onesto sul carisma e la fede di uno dei pontefici più amati della storia. Come scrive l’autore: “Non è un saggio di analisi geopolitica, e nemmeno ha la pretesa di offrire un primo bilancio del pontificato itinerante. In un tempo in cui abbondano i commenti, chi scrive è convinto che il compito del cronista sia innanzitutto quello di cercare di raccontare la realtà della quale è testimone”.
In definitiva un libro che merita assolutamente di essere letto.

Cristian Porcino


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L'elzeviro del filosofo impertinente /5


Vi è capito di imbattervi in soggetti che dopo aver letto i vostri messaggi su Facebook, Messenger o WhatsApp non si sono mai degnati di rispondervi? E che dire di coloro che leggono le email ricevute e poi non solo non rispondono, bensì fanno finta di non averle mai aperte? Il mondo, ahimè, è fatto di persone così. Individui che con il loro fare sprezzante ci inviano un segnale ben preciso: 'Non mi interessa ciò che hai da comunicarmi. Non mi interessa il tuo pensiero. Io sono un soggetto socialmente impegnato che non ha tempo da perdere con te'. Questi professionisti della risposta negata dimostrano solamente di appartenere alla tribù dei Cafonal! Una tribù che a dispetto delle apparenze è ben rappresentata e numerosa. Rispondere a chi si è preso la briga di scriverti è il minimo dell'educazione richiesta. Giuseppe Mazzini asseriva: “L’educazione è il pane dell’anima”, ma di questi tempi sono tutti a dieta e non si nutrono certamente di questo cibo vitale. Per esperienza professionale di soggetti di siffatta specie ne ho incontrati moltissimi. A costoro avevo rivolto un saluto, un pensiero oppure una cortese richiesta caduta, ovviamente, nel vuoto. Visualizzavano il messaggio e continuavano a rigurgitare post inutili nelle loro bacheche virtuali. Ma di questi ectoplasmi depensanti cosa ce ne facciamo? Sono esserini che collezionano amicizie su Facebook con la stessa foga della raccolta premi del supermercato. L'unica differenza è che non sceglieranno alcun premio da ritirare, ma vivranno con i loro contatti irreali in perpetuo anonimato. Ma abbiamo davvero bisogno di frequentarli anche se solo virtualmente? Ci sarà pure una ragione se nella vita vera avevamo già deciso di troncare con loro ogni rapporto, o no?
Questo comportamento ci obbliga a snaturare il nostro modo di fare, e di adattarci anzi a questi diktat nullificanti.
Cari individui che non rispondete ai vari messaggi per conferirvi un'aria di superiorità vi confermo, invece, che la vostra stupidità non ha eguali. Come sosteneva il grande Umberto Eco: "Il problema della Stupidità ha la stessa valenza metafisica del problema del Male, anzi di più: perché si può persino pensare (gnosticamente) che il male si annidi come possibilità rimossa del seno stesso della Divinità; ma la Divinità non può ospitare e concepire la Stupidità, e pertanto la sola presenza degli stupidi nel Cosmo potrebbe testimoniare della Morte di Dio".

Cristian Porcino

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“Il libro della vita” di Jiddu Krishnamurti


(“Il libro della vita” di Jiddu Krishnamurti, Edizioni Il Punto d’Incontro, pp. 400, € 15,90).

Il libro della vita raccoglie 365 meditazioni quotidiane del noto maestro spirituale Jiddu Krishnamurti. Krishnamurti esorta il lettore a risvegliarsi da questo torpore morale ed intellettuale, e lo invita a riappropriarsi dell’essenza spirituale che alberga dentro ognuno di noi. Krishnamurti pone l’accento sull’importanza di tornare a studiare in modo diretto la vita e i suoi mille aspetti. “Perché volete studiare sui libri invece di studiare la vita? Scoprite che cos’è vero e che cos’è falso nell’ambiente in cui vivete. Solo così scoprirete la verità”.
In definitiva un testo utile per comprendere meglio la filosofia di uno dei pensatori più originali del Novecento.

Cristian Porcino


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